Osteria al Dosso – Aprica (SO)

Il Dosso_intVia Dosso 1, Aprica (SO) – Tel: 0342/745029 – Sito web

L’Osteria al Dosso si trova in una delle zone più pittoresche dell’Aprica, nel cuore dell’omonimo borgo: un vecchio edificio ben sistemato, due sale rivestite di legno che fanno il verso alla tipica stüa valtellinese, una cucina di montagna che punta sulle ricette e gli ingredienti classici della zona senza disdegnare sconfinamenti in territori più creativi. A gestire il ristorante è una coppia di origini milanesi – Andrea (ai fornelli) e Benedetta (in sala).

Buone le chips al pepe e l’assaggio di trota in carpione gentilmente offerti appena seduti al tavolo insieme a dell’ottimo pane: «vabbè sono sciocchezze…» potrebbe obiettare qualcuno, però fanno piacere. Gli sciatt sono preparati senza sbavature secondo i dettami della tradizione.

Più eretici i Pizzoccheri in Gabbia, una versione a suo modo unica del piatto più famoso della Valle in cui la verza avvolge tutto il resto a formare una sorta di tortino. Bisogna ammettere che l’idea convince abbastanza, anche se gli originali sono semplicemente un’altra cosa.

Molto ben realizzati i casoncelli con le rape rosse, piatto “preso in prestito” dalla vicina bergamasca: pasta tirata a meraviglia e dolcezza ben domata. Pollice su anche per il semplice ma sfizioso galletto disossato alla griglia. Di livello altissimo il dessert: una deliziosa tarte tatin (servita tiepida) preparata a regola d’arte.

All’Osteria al Dosso si sta bene non solo perché si mangia bene: il servizio è cortese, efficiente, sorridente e disteso. Tante attenzioni sono una piacevole eccezione per ristoranti di questa fascia.

Foodometro™
•Cucina: valtellinese tradizionale con interessanti sconfinamenti. 7
•Ambiente: come stare in un salottino caldo e accogliente. 7
•Servizio: attenzioni a non finire, con il sorriso sulle labbra. 7
•Da Non Perdere: casoncelli, tarte tatin
•Da Evitare: porta del bagno difficile da domare
•Prezzo: antipasti 9 -13 €; primi 10-14 €; secondi 14-18 €; dessert 6 €
•Giudizio Finale: una buonissima ragione per salire fino all’Aprica. 7

Giacomo Robustelli

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