Mais OGM: pastrocchio all’italiana

Una sentenza del consiglio di Stato del 19 gennaio 2010, passata (a dirla tutta) un po’ sotto traccia, ha dato di fatto il via libera alla coltivazione in Italia del mais OGM già autorizzato dall’UE. Questa disposizione è solo l’ultimo capitolo di una vicenda giudiziaria avviata da un agricoltore friulano che si era rivolto nel 2007 al tribunale dopo che il ministero delle Politiche agricole gli aveva negato l’autorizzazione alla semina di mais OGM, regolarmente approvato dalla UE, perché mancavano ancora i piani regionali di coesistenza. Vi invito a leggere questo post sull’ottimo blog di Dario Bressanini Scienza in Cucina per avere un quadro completo dell’iter procedurale. La decisione del consiglio, come sempre avviene in Italia, non è stata accolta serenamente da nessuno. Sta invece suscitando scontri, polemiche e tentativi di mobilitazione politica bipartisan.

L’ubiquo ministro Zaia, da sempre fortemente contrario agli OGM, si è subito impuntato: «Faremo opposizione anche perché siamo convinti di rappresentare fino in fondo il volere dei cittadini. E tre cittadini su quattro, in Italia, non vogliono gli OGM». Sergio Marini, presidente di Coldiretti, ha addirittura  annunciato che, in caso di via libera definitivo, ricorrerà allo strumento del referendum. Il senatore PD Francesco Ferrante ha presentato un emendamento al decreto “milleproroghe” che bloccherebbe la coltivazione del mais OGM, chiedendo l’appoggio del ministro leghista. A gioire della sentenza sembrerebbero  invece solo Futuragra e Confagricoltura che, attraverso la voce del suo presidente, afferma: «si mette fine al paradosso italiano che prevede l’import e l’uso derivati di mais e soia transgenici e il divieto imposto ai produttori di accedere a tali innovazioni». Che dire? Le solite levate di scudi sugli OGM sembrano frutto di un atteggiamento preconcetto nei confronti dell’agricoltura biotech. Un atteggiamento basato non su dati scientifici ma sull’ignoranza e la paura. Un atteggiamento che, tra l’altro, non tiene conto di fatti ormai acclarati, anche se poco pubblicizzati. Ve ne riportiamo giusto alcuni.

-Se la paura di lorsignori è per la salute dei consumatori vorrei far notare che siamo tra i più grandi importatori di mais e soia OGM destinata al consumo animale. Un articolo del Corriere della Sera di pochi giorni fa riportava che il 25% dei mangimi consumati in Italia sono soia o mais OGM, utilizzati anche nelle filiere delle DOP.
-Gran parte dell’opinione pubblica è convinta che gli agricoltori non possano usare i semi di una pianta OGM perché queste sarebbero sterili, e sono quindi obbligati a dipendere dalle poche multinazionali che li producono. Niente di piu falso: gli OGM in commercio non sono e non sono mai stati sterili. Punto.
-Altra obiezione tipica del ‘fronte anti-OGM’:  le colture OGM “contaminano” le colture di tipo diverso che gli stanno intorno, sta cazzata stupidata l’ha scritta Beppe Grillo. Come gli ha risposto Bressanini sul suo blog: «si dà il caso che l’unico OGM coltivabile nella UE sia il mais Bt, che riduce l’uso di insetticidi e aumenta le rese,  il mais non si incrocia con patate piselli e pomodori».

Con questo non vogliamo di certo sostenere la coltura OGM senza vedere problematiche e rischi, presenti e futuri. Pensiamo che la ricerca scientifica debba darci ancora delle risposte definitive su tante questioni ancora aperte. Di certo, ci sembra però che troppi parlino senza conoscere, spinti da un’idea diffusa più che da conoscenze scientifiche. Mettere da parte i preconcetti, il populismo e la demagogia per un attimo, aiuterebbe a vederci più chiaro. Peccato che in Italia ciò non sia possibile.

P.S: Ringraziamo Dario Bressanini. Con il suo blog Scienza in Cucina, ci ha fornito preziose nozioni e chiarimenti illuminanti per capire un po’ meglio il mondo degli OGM e redigere questo articolo con cognizione di causa. Invitiamo tutti a dare un occhio al suo lavoro.

Immagine rilasciata sotto licenza CC 2.0 by Parti Socialiste on Flickr a questo indirizzo

4 risposte a “Mais OGM: pastrocchio all’italiana

  1. «si dà il caso che l’unico OGM coltivabile nella UE sia il mais Bt, che riduce l’uso di insetticidi e aumenta le rese, il mais non si incrocia con patate piselli e pomodori»

    QUESTA FRASE DELL’ARTICOLO È FUORVIANTE. SI STAVA DICENDO CHE LE COLTURE OGM “CONTAMINANO” QUELLE VICINE… MA OVVIAMENTE SI INTENDE CHE SI PARLA DELLO STESSO TIPO DI PRODOTTO E CIOÈ “MAIS”… E NON PATATE E PISELLI…
    PER CUI LA CITAZIONE SEMBRA CONTENERE UNA IMPRECISAZIONE VOLUTA …PROPRIO PER NON DOVERSI SMENTIRE POI, MA PER CONFONDERE ORA.

    LA SI CORREGGA SE SI VUOLE EFFETTIVAMENTE DIRE CHE IL “MAIS OGM” NON AFFETTA LE VICINE COLTURE DI “MAIS NON OGM”

    • l’articolo di grillo, all’inizio, dice testualmente “dove passa il governo Berlusconi non cresceranno più patate, piselli e pomodori autoctoni”.
      La frase incriminata (tre righe sotto) dice: “Il seme Ogm contamina ogni coltura attraverso l’aria, la terra, i corsi d’acqua.”

      Facendo un semplice collegamento logico sembra che Grillo pensi che il mais possa “contaminare” le colture diverse.
      Poi magari mi sbaglio e ha ragione lei…

      La prego solo di evitare di scrivere in maiuscolo che in termini di netiquette equivale ad URLARE!

      Saluti
      Giacomo

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